Scomparsa del Professor Francesco Di Virgilio

 

Il Collegio dei Professori ordinari di Patologia Clinica ha appreso con dolore della tragica e improvvisa scomparsa del Professor Francesco Di Virgilio. La sua perdita ha lasciato un profondo senso di vuoto in tutta la comunità accademica. È stato un importante riferimento per la Scuola della Patologia non solo di Ferrara, dove ha lavorato fin dagli anni 90, ma anche a livello nazionale e internazionale. Lo ricordiamo per il suo importante contributo scientifico e didattico. Il Prof. Di Virgilio infatti non era solo uno Scienziato di grande valore ma, dotato di grande umanità e spirito di servizio, era anche un Docente amato e rispettato dagli Studenti e un Maestro per i suoi Allievi e Collaboratori, cui ha saputo trasmettere anche principi etici e il rispetto per il ruolo accademico e per le Istituzioni.
La sua dipartita rappresenta una perdita per tutti noi.

A nome del Collegio dei Professori ordinari di Patologia Clinica

iI Presidente, Prof. Francesco Curcio

E’ con grande dispiacere che comunichiamo la scomparsa della Professoressa Angela Mariano, ordinario di Patologia Clinica presso l’Università Federico II di Napoli.

Tutta la comunità della Società Italiana di Patologia Transnazionale, Presidente, Presidente onorario, Vicepresidente, Segretario, Past President e Consiglio Direttivo, si uniscono al dolore del professor Vincenzo Macchia per la scomparsa della compagna di una vita, la Professoressa Angela Mariano.

Angela è stata una professoressa di altissimo livello scientifico, una persona molto acuta e soprattutto una professoressa universitaria di alto livello. La comunità scientifica della patologia generale clinica italiana, riunita nella società italiana di patologia clinica transazionale, si unisce veramente a tutta la scuola napoletana nel ricordo di Angela ricordandola teneramente e dolcemente.

E’ con grande rammarico che comunico la scomparsa del professor Alfredo Salerno, nostro Socio da tantissimi anni, professore emerito all’università di Palermo, e preside della facoltà di medicina per lunghi anni.
Un ricordo personale mi lega a lui nel lontano 1993 quando siamo stati insieme in Canada a Vancouver. Lì ho potuto apprezzare veramente le doti umane e la profonda simpatia del nostro caro amico Alfredo; allora ero ancora un giovane ricercatore che vedeva in queste persone della nostra società dei veri mentori e delle persone sempre capaci di dare nuova linfa scientifica.
Il Direttivo e tutti i Soci della nostra società si stringono alla famiglia Salerno e agli allievi della scuola palermitana di patologia per ricordare questa fantastica figura di scienziato, di uomo, e di maestro.
Il Presidente della Società
Professor Massimiliano Corsi Romanelli

E’ morto all’età di 73 anni Tullio Pozzan, uno dei Nobel mancati dell’Italia e pioniere nello studio dei messaggeri delle cellule.

Giovanni Felice (Licio) Azzone, socio dell’Accademia dei Lincei e dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, e professore Emerito di Patologia Generale dell’Università di Padova si è spento serenamente nel pomeriggio del 3 gennaio 2022 a pochi giorni dal suo 95esimo compleanno. Era nato a Napoli da dove, dopo la maturità, si era trasferito a Roma per laurearsi in Medicina e Chirurgia con una tesi sulle emoproteine sotto la guida del Prof. A. Rossi-Fanelli e poi proseguire nell’attività di ricerca sotto la guida del Prof. M. Aloisi nell’Istituto di Patologia Generale. In parallelo Azzone svolse un’intensa attività politica e partecipò alla rifondazione della Federazione Giovanile Comunista Italiana assieme ad Enrico Berlinguer. I suoi primi studi riguardarono la fisiopatologia ed istopatologia del muscolo e proseguirono poi a Modena, dove seguì Aloisi che era stato chiamato a ricoprire la cattedra di Patologia Generale. A Modena Azzone si concentrò sulla ricerca scientifica mettendo sempre più in secondo piano l’attività politica per abbandonare il PCI nel 1956 dopo i fatti d’Ungheria, ed avvicinarsi alle posizioni del Partito Repubblicano.
I principali risultati scientifici ottenuti in quel periodo riguardavano le alterazioni muscolari causate dal digiuno prolungato e dalle avitaminosi, problemi di grande attualità nel dopoguerra. Sempre più interessato agli aspetti biochimici del funzionamento dei muscoli, Azzone decise quindi di dedicarsi allo studio dei mitocondri, gli organelli cellulari la cui funzione di produttori dell’ATP cellulare era stata scoperta da pochi anni. Nel 1959 si recò quindi in Svezia nel laboratorio di Lars Ernster al Wenner-Gren Institute dove studiò il funzionamento della catena respiratoria dei mitocondri e i meccanismi di produzione dell’ATP, la principale sorgente di energia per tutte le funzioni cellulari. Ernster era un ebreo ungherese sfuggito alla morte grazie alla protezione dell’Ambasciata svedese che ne curò l’immigrazione in Svezia, dove rapidamente mise in mostra le sue eccezionali qualità scientifiche. Ernster ed Azzone svilupparono non solo una fruttuosa collaborazione scientifica che continuò negli anni, ma anche un’amicizia che durò tutta la vita coinvolgendo anche le loro famiglie. I risultati principali della loro collaborazione sono stati la dimostrazione della reversibilità della fosforilazione ossidativa, la compartimentalizzazione dei mitocondri, la dimostrazione che l’insetticida rotenone blocca selettivamente il primo complesso della catena respiratoria. mitocondriale, il meccanismo del disaccoppiamento fra catena respiratoria e produzione di ATP e la prima caratterizzazione dei mitocondri umani isolati dal muscolo scheletrico.
Ritornato a Padova, Azzone divenne Professore Ordinario di Patologia Generale e creò dal nulla il laboratorio di fisiopatologia dei mitocondri dimostrando un’eccezionale capacità di lavoro che si accompagnava al piacere della discussione scientifica e della critica costruttiva. Gli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso furono particolarmente fecondi di importanti scoperte. Tra queste ricordiamo la comprensione dei meccanismi di accumulo mitocondriale energia-dipendente dei cationi (potassio e calcio in particolare) e di dissipazione dell’energia; l’utilizzo di sensori fluorescenti per lo studio delle funzioni mitocondriali; la misurazione dei rapporti tra flusso di elettroni e trasporto di H+ nei complessi respiratori. Sotto la sua guida il laboratorio di fisiopatologia mitocondriale raggiunse in quegli anni una posizione di grande visibilità internazionale, sostenuta anche da un gran numero di giovani collaboratori che riusciva a raccogliere attorno a sé.
All’inizio degli anni 80, Azzone decise di affrontare una nuova sfida; egli intuì che una migliore comprensione dei processi bioenergetici richiedeva un approccio teorico più sofisticato di quello utilizzato fino ad allora. Si rimise a studiare matematica, chimica e fisica e, in collaborazione con il suo gruppo e con alcuni colleghi stranieri, decise di applicare la termodinamica a non-equilibrio allo studio delle funzioni mitocondriali. Furono anni intensi che portarono a una visione innovativa della bioenergetica, ed il gruppo guidato da Azzone divenne un punto di riferimento internazionale anche in questo campo.
Negli ultimi anni della sua carriera accademica Azzone si dedicò sempre di più agli aspetti filosofici della scienza, avvicinandosi all’ epistemologia di Karl Popper, di cui condivideva non solo il rigoroso razionalismo critico, ma anche l’opposizione ad ogni forma di totalitarismo. Azzone condensò poi le sue riflessioni in una serie di libri pubblicati con prestigiose case editrici. Per i suoi contributi ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il premio Marzotto per la medicina, il premio nazionale dell’Accademia dei Lincei per la fisiologia e la patologia e la nomina a socio dell’Accademia dei Lincei, dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti e dell’Accademia Galileiana.
Uomo di idee brillanti e di grande intuito scientifico, Azzone dimostrò capacità eccezionali come scopritore di talenti tramite una combinazione rara di intuito, lungimiranza e rigore. Maestro generoso, ha sempre incoraggiato e sostenuto i giovani che cercavano di sviluppare la propria autonomia scientifica selezionandoli sulla base esclusiva del merito. Molti di questi hanno ottenuto importanti risultati scientifici e oggi ricoprono posizioni di prestigio sia all’Università di Padova che in altri Atenei italiani e stranieri. Azzone ne era molto orgoglioso, e riteneva che questa fosse la sua eredità più preziosa, una parte di sé quasi quanto la sua splendida famiglia. La sua scomparsa lascia un grande vuoto ma il suo esempio resterà una fonte di ispirazione per le generazioni future.

“Carissimi colleghi e colleghe, sono molto triste nel comunicarvi che il Professor G.M. Pontieri, Ordinario di Patologia Generale e nostro socio, uomo di grande cultura, storico medico, grande studioso e grande uomo, ci ha lasciato: il Direttivo tutto ed il Presidente onorario il Prof Luigi Frati si stringono alla scuola della Università di Roma la Sapienza nel ricordo di un socio storico e di un grande amico.”

Il presidente Prof. Massimiliano Corsi Romanelli

“E’ con immenso dispiacere che comunico a tutti i Soci della nostra società la scomparsa di un collega, ma soprattutto di un grande amico con il quale ho trascorso quasi due anni a Stoccolma insieme tantissimi anni fa. Ennio Carbone ha iniziato a Napoli la sua carriera per poi arrivare all’Università Magna Grecia di Catanzaro e tornare solo pochi mesi fa all’Università Vanvitelli di Napoli; purtroppo la malattia non gli ha permesso di iniziare questa nuova fase della sua vita. Ennio lascia un grande vuoto tra gli amici ma soprattutto nella nostra Società di Patologia. Mi sarebbe piaciuto con lui ridere ancora come da giovani con le nostre Marlboro e soprattutto averlo ancora con noi; la Società Italiana di Patologia, il Direttivo e tutti i Soci sono vicini alla famiglia, agli amici, agli allievi e alla scuola partenopea di patologia che ha permesso ad Ennio di raggiungere vette scientifiche molto elevate nello studio delle NK, in collaborazione con colleghi di altissimo livello come il professor Karre a Stoccolma, del Karolinska Institutet, ma soprattutto con il professor Zappacosta agli inizi della sua giovane carriera di medico e patologo, anzi come si definiva lui di immunologo.”

Prof Massimiliano M. Corsi Romanelli MD PhD

E’ con grande dispiacere che a nome di tutto il Direttivo della nostra società comunico la avvenuta scomparsa del nostro socio Prof. Ruggiero Fumarulo, Ordinario di Patologia Generale e Clinica presso l’ateneo di Bari Aldo Moro; Ruggiero è cresciuto alla scuola di Bari sin da giovane ed ha militato nella nostra società sin dai primi inizi della sua carriera. Serbo con me come un ricordo affettuoso, avendolo avuto oltre che come collega come amico caro, la sua immagine al congresso della SIPMET allora ancora SIP a Bari molti anni fa, quando io ancora ero un apprendista patologo…

Purtroppo la vita con Ruggiero non è stata molto lieve: prima la morte dell’unico figlio molto giovane, che lo ha affranto tantissimo, ed ora una sepsi che lo ha portato via dai suoi cari, da i suoi allievi e dai suoi studenti oltre che a noi amici della Società Italiana di Patologia e Medicina Traslazionale.

Prof Massimiliano M. Corsi Romanelli MD PhD

Il 5 febbraio è scomparso il prof. Ruggiero Fumarulo.

Molti di voi hanno conosciuto ed apprezzato le sue qualità, ma permettetemi di ricordarlo con queste poche righe.

Ada Mariggiò

E’ con profonda tristezza che inoltriamo ad amici e colleghi la notizia della improvvisa scomparsa del nostro caro Maestro Prof. Massimo Olivotto.

Il Prof. Olivotto, ricercatore di grande inventiva ed originalità, ha ideato e condotto un gran numero di studi pionieristici su popolazioni cellulari normali e neoplastiche, negli ambiti della citocinetica, del controllo metabolico della sopravvivenza, della proliferazione e del mantenimento del potenziale staminale, dei campi elettrici e dei canali ionici della superficie cellulare.

In tutti questi campi, il Prof. Olivotto ha lasciato un importante eredità scientifica alle successive generazioni di ricercatori.

“Il presidente, il segretario e tutti i membri del Direttivo si stringono ai colleghi fiorentini per la scomparsa del Prof. Massimo Olivotto, già professore di Patologia Generale nell’Ateneo Fiorentino. Quest’anno lo YSM è stato a Firenze a settembre ed ha visto 270 partecipanti di cui 240 giovani; sono certo che il Prof. Olivotto abbia profondamente apprezzato gli sforzi che la scuola fiorentina ha profuso perché potesse accadere un evento di siffatte dimensioni; mai prima di Firenze si erano visti tanti giovani patologi in un nostro congresso. Sono certo che lo abbiamo fatto felice”

 

Prof Massimiliano M. Corsi Romanelli MD PhD

Il 7 ottobre 2017 è scomparso a Parma il Prof. Giancarlo Gazzola, già Ordinario di Patologia Generale all’Università di Parma.

Si è spento a Parma, all’età di 89 anni, il Prof. Guido Guidotti, già Professore Ordinario di Patologia Generale presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma, al quale va riconosciuto il merito di aver portato a Parma la Patologia Moderna, fondata sulla medicina molecolare.